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Maria Montessori come Antoine De Saint Exupery nel "Piccolo Principe" : Lasciamoci travolgere dall'incontro con il bambino

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"Gli adulti non capiscono mai niente da soli ed è una noia che i bambini siano sempre eternamente costretti a spiegar loro le cose” Antoine De Saint Exupery

Almeno una volta nella vita abbiamo letto, sentito e toccato con le nostre mani uno dei libri più belli scritti nel secolo scorso. Bello per la sua semplicità, intenso per il racconto di un incontro tra un adulto e un bambino che avviene capovolgendo ciò che istituzionalmente si riconosce come rapporto adulto bambino.
Nel libro l'incontro è tutto a favore di una scoperta: la scoperta che l'uomo fa di sé grazie all'istruzione preziosa del Piccolo Principe, che con gentilezza e audacia domanda, racconta e conduce il pilota d'aeroplani in un viaggio verso se stesso, verso l'essenziale.
Già dalle prime pagine - dal primo disegno di boa che ingoia un elefante che gli adulti identificano con un semplice cappello - si capisce che qualcosa non funziona tra il mondo adulto e il mondo bambino: tra i due mondi c'è un muro o la semplice dimenticanza dell'infanzia. Ciò che noi adulti ci vantiamo di chiamare “struttura” ci permea a svantaggio di ciò che siamo e che abbiamo dimenticato di essere, poiché come dice Il Piccolo Principe “tutti i grandi sono stati piccoli, ma pochi di essi se ne ricordano”.

La domanda quindi è: e se fossimo noi adulti ad aver bisogno di imparare dai bambini? E se fossero le loro teneri voci ad indicarci la via? I bambini hanno in loro una saggezza istintuale, una profondità intrinseca che noi adulti, proprio come dice il Piccolo Principe, abbiamo dimenticato entrando nel tunnel del “fare”.
E quanto è difficile abbandonare la nostra già citata struttura, perché è definita, le nostre conoscenze sono stratificate, i nostri modi di agire sono consolidati ed entrati nella consuetudine che si fa fatica a scardinare. È giusto passare l’infanzia e l’adolescenza costruendo e poi la giovinezza e l’età adulta destrutturando, pena la perdita di autenticità? Non sarebbe forse meglio lavorare in modo diverso sui bambini e gli adolescenti per consentire loro di arrivare all’età adulta senza dimenticare quella purezza e quella capacità di credere all’essenziale che presuppone una fluidità e una apertura alla complessità del mondo attuale più in linea con i tempi moderni?
A questo riguardo il nome di Maria Montessori risuona immediatamente. Come Antoine anche Maria capovolge il ruolo dell'adulto: è il bambino il maestro di se stesso, ma anche il nostro. Il nostro, se solo riusciamo a porgere l'orecchio, se solo riusciamo a “desertificare” - oggi noi diremmo appunto “destrutturare”, “resettare” - a toglierci tutto ciò che non rappresenta un bisogno vero, un bisogno reale.
Solo in questo deserto poteva accadere l'incontro tra pilota e il bambino. Maria e Antoine sono quindi sulla stessa lunghezza d'onda. Dalla sacralità del bambino convergono entrambi nella parola libertà: libertà di agire, di seguire il proprio io interiore, al punto, sì, al punto di scegliere anche di farsi mordere da un serpente per ritornare all'essenziale, a ciò che è importante. Una rosa, un valore, un sogno, una relazione.
La differenza tra il Piccolo Principe e l'adulto sta tutta nel “senso” dell’essenziale: ciò che per l’adulto è una perdita di tempo, per il piccolo principe è il vero significato delle cose, quelle che per l’adulto sono cose importanti - i numeri, l’età, la superficie - per il piccolo principe sono insignificanti, mentre tanto significato hanno i suoni, le voci, i colori, le sfumature. Più  importante è abbeverarsi alla fonte che smettere di bere per tutta la vita per risparmiare tempo.

Lasciamoci travolgere dall'incontro con il bambino. Approfittiamo della sua purezza: troveremo l'acqua che abbiamo dimenticato di bere soppraffatti dagli affari da condurre, troveremo quella conoscenza della verità che non è tecnica, che non è sovrastruttura, ma è la profondità del nostro essere, impareremo a camminare nel mondo sapendo che abbiamo in mano la chiave del nostro futuro e che la nostra flessibilità e fluidità ci aiuteranno nei rapporti e nelle cose della vita.
Con questo spirito riusciremo anche ad aiutare il bambino a conservare questi aspetti naturali che secondo Maria Montessori lo guidano sin dai primissimi anni di vita e lo spingono fortemente verso la sua naturale evoluzione. Aiutiamolo a non dimenticare crescendo, ma a crescere ricordando la propria naturale predisposizione all’evoluzione continua, a sviluppare la creatività e la spinta al nuovo che consentirà di guardare il mondo con occhi sempre desiderosi di conoscere, e soprattutto aiutiamolo a crescere sapendo che la propria capacità di autodeterminarsi ha dignità di esistere da quando è un piccolo bocciolo di vita a quando, forte e consapevole, si farà strada nel mondo adulto.

E allora ci piace immaginare che il Piccolo Principe nel suo viaggio sulla Terra abbia incontrato anche lei, Maria Montessori, magari mentre la sua nave diretta negli States era in panne sull'Oceano Atlantico, e le abbia toccato il cuore come ha fatto con Antoine: nel mare di acqua ce n'è tanta, ma è tutta salata. Avrà dovuto cercare un pozzo anche Maria.

Gruppo Montessori Brianza Est


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