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Montessori: perché? una scelta di Metodo

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Cosa c'è di speciale nel metodo Montessori che ancora fa innamorare genitori, insegnanti e pedagogisti del secondo millennio? Scopriamolo insieme.

Ognuno di noi, anche nelle reminiscenze più remote degli studi scolastici, ha sentito nominare Maria Montessori: per molti è il volto delle ormai dimenticate “Mille Lire”, per altri un nome studiato sui libri di scuola. In realtà Maria Montessori fu medico e scienziato ancor prima che pedagogista, e ideò una filosofia, un approccio al bambino che è passato alla storia come Metodo Montessori. Tanti anni sono passati e il “metodo Montessori” è da sempre una di quelle cose che divide: chi lo porta come emblema del sistema educativo, chi lo considera antiquato, chi coglie l'importanza del contributo che ha portato, chi ne sottolinea rigidità e intransigenze.
Certo è che quasi nessuno rimane indifferente agli insegnamenti di questa donna, medico scienziato che, all’inizio dello scorso secolo, ha messo al centro della pedagogia l'oggetto della stessa, il bambino, facendolo diventare soggetto attivo e portatore del proprio progetto evolutivo.
Per Maria Montessori infatti il bambino ha dentro di sé il proprio percorso di crescita, quindi sa cosa vuole apprendere e di cosa ha bisogno, se viene guidato e facilitato in questo cammino dalle figure educative che lo circondano; autonomia, libertà di scelta, responsabilità, tutti termini che non siamo abituati ad associare ai piccoli esseri umani, per poi nell’età dell’adolescenza aspettarci che tutto ciò si sviluppi dal nulla senza aver gettato le basi per questo passaggio.

È in questo contesto che il nostro gruppo si ritrova e si costituisce come soggetto attivo per promuovere e diffondere il valore del metodo nel nostro territorio. Ma per quale ragione noi, come tanti altri gruppi che stanno nascendo con finalità  analoghe, abbiamo riposto il nostro interesse verso questo approccio? E perché, soprattutto, in questo specifico momento storico-culturale? Non è tanto il fatto che il ministero abbia sancito la validità siglando nel 2013 la convenzione con Opera Nazionale Montessori affinché la scuola pubblica possa attivare classi a differenziazione didattica Montessori, e nemmeno il fatto che le neuroscienze negli ultimi anni abbiamo avvalorato molti dei principi su cui si basa: questi sono elementi che nella nostra ricerca approfondita sul metodo abbiamo scoperto successivamente. Crediamo che una ragione rilevante che ci ha fatto incontrare sia la lenta trasformazione culturale che sta avvenendo dentro di noi. Come genitori delle ultime generazioni abbiamo una tendenza all'iperprotezione, al perfezionismo, all'ipercontrollo, volendo che i nostri figli aderiscano perfettamente al modello culturale più diffuso e questo nostro atteggiamento ha raggiunto forse un limite tale per cui ci siamo resi conto che tutto ciò toglie il diritto ai nostri figli di essere ciò che sono nella loro profonda essenza. Studio, sport, musica, arte, mille impegni che si sovrappongono: siamo veramente convinti che loro vogliano davvero tutto ciò? Competizione scolastica, stress da apprendimento già alle scuole primarie, continui confronti tra i risultati: non è forse una pressione troppo grande per piccoli esseri umani in evoluzione?

Forse è giunto il momento di fare un passo indietro e di dire “stop”. Forse è giunto il momento di restituire ai nostri figli la loro libertà, la loro essenza, il loro voler essere come sono. Così ci sembra. Ed è per questo che la scelta del metodo Montessori è sembrata la più naturale. Mettere al centro la libertà di autodeterminazione dei bambini, che non significa anarchia, ma espressione guidata della propria natura intrinseca; promuovere il rispetto dei tempi del bambino e non il rispetto del tempo standardizzato e imposto; focalizzare l'attenzione sul processo di sviluppo e non sul risultato o sulla performance; puntare sul rispetto degli interessi e delle inclinazioni naturali, non sull'imposizione di contenuti calati dall'alto, e considerare l'ambiente come luogo d'apprendimento e non come contenitore senza significato. Sono solo alcuni dei concetti chiave sui quali si basa il metodo scientifico.

Questa volta Maria Montessori unisce anzichè dividere. Ci siamo guardati negli occhi e ci siamo detti che vogliamo che i nostri figli possano fiorire e crescere nel loro percorso di vita imparando a fare da soli, prendendosi il diritto di sbagliare ed esprimere il loro spirito creativo sapendo che, l’errore, inteso come scostamento dalla consuetudine, non è “male”: l’errore è bene perchè è espressione della propria diritto di essere come si è e di imparare secondo il proprio ritmo e stile di apprendimento.
Non male come inizio, no?

 

 

 

 

 

 


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