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"Come va a scuola?" Nascono in noi genitori le prima aspettative

Categoria: Educare
bambino_scuola_aspettative

Ormai la scuola è iniziata da qualche settimana e le domande di routine che ci vengono poste sono inerenti ad essa “Come sta andando a scuola?”  “Sei bravo/a?” “Ti piace?” “Fai il monello/la monella?!

Che sia il nido, la scuola materna, elementari o le superiori queste domande ci mettono di fronte alle nostre/altrui valutazioni su come i nostri bambini stiano vivendo questa esperienza e su come noi genitori le stiamo affrontando.

L’aspetto organizzativo iniziale, che ci ha trascinato nelle mille pianificazioni con orari di lavoro, inserimento, nonni e babysitter, comincia ad essere consolidato lasciando così più spazio ai primi feedback provenienti dalla scuola e dagli atteggiamenti dei nostri figli.
Gli aspetti che ci tornano collegati all’esperienza scuola possono essere molteplici e possono assumere più o meno importanza, e significato, a seconda di chi e di come ce li riportano.

In particolar modo quando la famiglia deve delegare, ai nonni o altre persone di riferimento per accompagnare o andare a riprendere i figli a scuola, ci si trova a dover chiedere informazioni domandando  “Tutto bene?” “Cosa ti hanno detto a scuola?” “Ha fatto il bravo/la brava?” e spesso come risposta non c’è semplicemente un “bene” o un “male”, si aprono le porte ai giudizi e ai commenti di diversa natura “Dovevi vedere che confusione a scuola!” “…e poi esce sempre sporco/a!!”, “Come fanno a seguire tutti sono troppi!!”, “Sai cosa ho saputo da quella mamma…”ecc.
Tutti questi commenti/giudizi possono generarsi anche nei genitori che non hanno mediazione di terzi per avere notizie sull’andamento scolastico dei propri figli, e allora che cosa accade? Cos’è che ci spinge a giudicare?

Ebbene mamme, papà, nonne, nonni, baby-sitter, zii, zie ecc., qui la fanno da padrone le aspettative!
Cosa ci aspettiamo da chi educa e si prende cura dei nostri figli? E cosa ci aspettiamo dai nostri figli?
Con queste due “semplici” domande abbiamo scoperchiato il “vaso di Pandora” che nella mitologia greca conteneva tutti i mali, nel nostro caso mi riferisco ai desideri, alle speranze, alle previsioni che non trovano riscontro nel nostro vivere quotidiano e che portano a lungo andare a frustrazioni travestite da giudizi.

Così eccoci fuori dalla scuola a paragonare i nostri figli con quelli degli altri o il nostro modo di educare con quello degli altri genitori o della scuola “Caspita hai visto quel bambino che capricci che fa?!! Il mio non li ha mai fatti nemmeno da piccolo!!”, “D’altronde con i genitori che si ritrova per forza la bambina è maleducata!!”, “Fossi anche tu brava come quella bimba che ascolta sempre i suoi genitori”, “Sei fortunato tua figlia è buonissima la mia è tremenda!!!”.

Che sia a favore o a sfavore della nostra prole o del nostro modo di gestire la famiglia l’esito non cambia c’è sempre un intento di giudizio. Quando il giudicare è rivolto verso i figli/genitori degli altri c’è da alzare le antenne e chiedersi perché ha preso voce ed è uscita dalla nostra bocca quella frase?.
Come un missile diretto all’obbiettivo il commento parte sugli altri: immediato senza controllo, chi o cosa stiamo cercando di colpire e affondare?

Molto spesso vediamo nei genitori o figli altrui qualcosa che “disprezziamo” e per questo siamo inorriditi da esso e non vogliamo che faccia parte del nostro modo di essere e, in un atteggiamento di “presa di distanza” da quello che osserviamo commentiamo, come a ribadire che quell’aspetto noi non lo vogliamo e, non riusciamo nemmeno a trattenerci dal non dirlo ad alta voce a tutti quelli che ci sono affianco.

Ma quando il giudicare è rivolto verso noi stessi o la nostra famiglia?... Si potrebbe dire “idem con patate” come sopra, con la differenza che quell’aspetto che non ci piace sentiamo essere già parte di noi.
E allora??!!! Qualcuno potrebbe obiettare “da che mondo è mondo” i commenti, pettegolezzi, paragoni sugli e con gli altri si sono sempre fatti!!! Verissimo ma teniamoceli per noi!!!
Perché dobbiamo ricordarci che noi siamo i grandi e vicino a noi ci sono i “piccoli” che crescono e subiscono il nostro modo/modello di vita.
Quindi per i papà e le mamme che vedono gli altri migliori di loro e trasmettono basse aspettative rischiano di “instillare” l’insicurezza e l’autolimitazione come basi di crescita, mentre per i genitori che trovano se stessi e i loro pargoli “il meglio del meglio” espongono ad aspettative eccessive o inadeguate per la loro età i propri figli, mettendoli davanti a facili fallimenti.

Per tutti noi che ci troviamo con il vaso di Pandora in mano dobbiamo ricordarci di aprire bene il coperchio perché, come nel mito, sul fondo del vaso troviamo la Speranza, qua intesa come il dar fiducia alle capacità dei nostri figli  offrendogli la consapevolezza e l’accettazione dei propri aspetti con un modello di comportamento a cui far riferimento ogni volta che ne sentiranno il bisogno.

Dott.ssa Ilaria Di Ciccio, Psicologa Psicoterapeuta


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