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Montessori, la pace e l’ “Uomo Nuovo”

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“La politica può, al massimo, evitare le guerre, ... ma non può costruire la pace. La pace, come vita creatrice dei popoli collaboranti, può essere costruita solo dall’educazione” (S. Valitutti, 1983).

 

In questo breve testo e’ racchiusa l’essenza del potere che Maria Montessori attribuiva all’educazione e pertanto non possiamo che riscontrare l'attualità’ di una tale affermazione. Si parla spesso del “metodo” Montessori ammirandone concetti e strumenti ma spesso trascurando un elemento fondamentale: Maria Montessori prima che pedagogista era una scienziata e un medico, che basava la sua teoria sull'osservazione, sullo studio, e la sperimentazione.
La formazione dell’uomo è uno dei traguardi concettuali della pedagogia montessoriana che, nel suo estrinsecarsi attraverso i diversi piani di sviluppo, individuerebbe un nuovo profilo di adulto: " l'Uomo Nuovo”, ovvero colui “che non sarà mai più la vittima degli avvenimenti, ma avrà la chiarezza necessaria per dirigere e plasmare il futuro della società umana” Una grande ambizione che implica una rivoluzione culturale profonda e che avrebbe portato, in base ai suoi ragionamenti, ad un mondo di pace.

Sui bambini si costruisce il futuro e nell’educazione risiede tutta la speranza e la responsabilita’ che il mondo adulto puo’ costruire per un futuro di pace.
Si parte dal bambino e dall’educazione perchè il “problema” della pace non è solo una questione economica e sociale, non riguarda solo la struttura esterna della vita, ma tocca l’uomo nel suo intimo, implica la sua trasformazione morale, pertanto l’educazione ne è alla base. Il concetto interessante è proprio l’accezione data alla parola pace da Maria, e la sua battaglia per portare questo nuovo approccio che la portò anche alla candidatura, per ben due volte, al premio Nobel per la pace. Il significato di pace è inteso non in senso “negativo” come molte volte accade, ovvero come “assenza di guerra”, ma in senso positivo e intrinseco, come status significativo in sé, come natura profonda legata all’uomo nella sua natura profonda. “Esiste la scienza della guerra dov’è quella della pace?”

La pace si pone così come un problema pedagogico di cui l’educazione è responsabile e il ruolo del bambini, che sono i portatori del futuro, e’ quello di protagonista in grado di costruire un mondo di pace secondo un ordine universale che Maria Montessori stessa ha definito “piano cosmico”: “Il segreto dell’infanzia consiste proprio in questa grandiosa missione umana che il bambino porta misteriosamente dentro di sé e che riesce a liberare se posto in condizioni di indipendenza e di autonomia operativa” (T. Loschi, 1991, p. 12).

Qui si inserisce un altro concetto rivoluzionario nell’approccio montessoriano che è quello della “libertà”, molto spesso frainteso. La libertà per Maria è quella di favorire l’emergere della spontaneità, della generatività naturale del bambino, della capacità di scegliere autonomamente, di portare a compimento un disegno di sè che solo il bambino stesso può conoscere fino in fondo, di lasciar emergere la vera natura umana in questo “uomo nuovo”.
Questo tipo di educazione è intrisa d’amore, ossia di rispetto e considerazione nei confronti del bambino che diventerà uomo anche attraverso il concetto di solidarietà e fratellanza, molto lontano dall’idea di opposizione e supremazia che molto spesso portano al conflitto

L’idea di Maria Montessori è molto vicina all’affermazione di Plutarco, che l’educazione sia “L’accensione di una fiamma”, tema ancor oggi estremamente di attualità a tutti i livelli educativi: ancor si parla oggi di “rifondare” la scuola, l’università e le agenzie educative tutte, sulla base di questo principio; Maria Montessori lo ha fatto, all’inizio del secolo scorso, ma poi la storia ha preso un altro corso.

Il grosso fraintendimento che la societa’ ha perpetuato, rispetto all’idea di educazione nasce dalla convinzione che l’adulto debba in qualche modo plasmare il bambino, modificarlo, contenerlo all’interno di binari costruiti affinché’ si “integri” si “adatti” attraverso attività educative e didattiche finalizzate alla prestazione
La vera rivoluzione montessoriana e’ l’idea, invece, che l’adulto debba fare un passo indietro, predisponendo l’ambiente in modo sapiente e lasciando a quel punto che la forza creatrice del bambino emerga. Un’educazione così concepita sarebbe stata in grado, nel pensiero montessoriano, di andare oltre alla consueta dipendenza dei bambini dagli adulti, la ricerca dell’approvazione, il controllo di sè eterodiretto, risolvendo, tra l’altro, il grande divario, e a volte l’incomprensione tra gli adulti che non percepiscono il grande potenziale nei bambini e questi ultimi che, in ogni modo, cercano di ribellarsi al mondo opprimente che viene loro imposto.
Una grande responsabilità del mondo adulto, quella di non consentire che il bambino, possa compiere quello che è il suo naturale sviluppo ed evolvere verso il destino dell’umanità.

Leggere queste parole in questi anni fa molto effetto in quanto sembra di poter intravedere quella che è stata un’occasione mancata, quella di salvare l’umanità da un destino di contrasti, interessi in opposizione, principi divergenti. Senza voler semplificare troppo il discorso di grande complessità, pensiamo che l’occasione non sia ancora persa e che uno sguardo positivo verso il futuro possa portarci a credere che ci sia ancora spazio per questa rivoluzione. Lentamente, con coraggio e determinazione l’idea che questo approccio all’educazione possa prendere sempre più spazio sta andando avanti, la scuola pubblica in Italia, in cui il metodo si sta affacciando con grandi difficoltà ma con interesse crescente, sta portando avanti approcci e modalità allineate alle idee montessoriane o sta iniziando a usare il metodo nella sua totalità. Fatica, difficoltà, ostacoli sono il viaggio che è necessario compiere per un obiettivo finale di grande spessore umano e per questo è fondamentale non perderne di vista l’importanza.

Per un uomo migliore, la guerra ... sarebbe semplicemente ... un assurdo impenetrabile per l’anima nuova. Sta all’uomo decidere la sua sorte: e, se le armi cadranno dalle sue mani, in quell’istante un giorno radioso comincerà per l’umanità” (Ivi, p. 23).

 


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